giovedì 30 settembre 2010

Abbazia S. Pietro “ad Montes”, Casolla

Abbazia di san Pietro “ad Montes,
Casolla - Piedimonte di Caserta vecchia
Veduta generale

 Campanile, particolare, si noti con
attenzione la figura istoriata 
nella parte superiore 
del capitello della colonna 
Veduta generale del Campanile,
di epoca normanna, dunque posteriore 
all’epoca dell’Abbazia, che è
desideriana, cioè relativa a Desiderio
di Montecassino, futuro papa Vittore III.
Desiderio era di Benevento, di ascendenza longobarda
Veduta generale del corpo della chiesa
dell’Abbazia 
Veduta di Caserta dall’Abbazia. Siamo sull’estremo limes,
di qui a scendere si stende la pianura dei veleni,
la fogna a cielo aperto chiamata
Pianura campana; in lontananza, la Calcutta d’Europa,
pubblicamente nota come Napoli... 


martedì 28 settembre 2010

“Un cinese a Venezia”

 “Di città con canali e ponti, come Venezia, ne esistono altre. Ma per me, di tutti questi luoghi solo Venezia possiede il mistero che è proprio della sontuosità, ed anche se lo sfarzo ha subito la corruzione del tempo, proprio questo la rende ancor più misteriosa. Di giorno, invasa dalla marea dei turisti, la città sembra ostentare indifferenza nei confronti della gente che si guarda attorno. Soltanto di notte, dopo che la marea umana si è ritirata, camminando da soli per le calli, si percepiscono dei sussurri, dei sospiri negli angoli. I gatti scivolano via come ombre, o restano immobili. Le barche attraccate lungo i canali sbattono l’una contro l’altra: sembra il rumore di un litigio che si protrae sin dall’antichità. Alle quattro del mattino, i manichini nelle vetrine delle strade piene di negozi aspettano sorridendo che tu sia passato per rimettersi a chiacchierare. Una volta sono rimasto apposta seduto sulla sedia di un caffè, e loro hanno aspettato pazientemente: il loro segreto non può essere rivelato agli estranei.
A un tratto il cielo si è schiarito, in lontananza si è sentito il rumore di una porta che si apriva e subito dopo il suono di passi di un veneziano mattiniero. Doveva essere una donna, solo i tacchi alti di una donna possono produrre in una calle un suono simile agli spari di una pistola Browning. In effetti, Venezia si potrebbe anche paragonare alla città di Yangzhou” (Acheng, “Diario veneziano”, Theoria 1994, pp. 67-69).


“Abbiamo raggiunto Venezia in motoscafo, dalla superficie dell’acqua spuntavano molti pali di legno. Il cielo era leggermente coperto e tutto appariva di un grigio luminoso” (ibid., p. 12).
 

 Fonte: “Atlante dei luoghi di sogno”, G. Mondadori 1996, p. 19 

 Fonte: “Venezia”, Touring Club editore 1978. 
Assieme a tutte le altre foto, che hanno questa
stessa fonte (**

(**) Dare un'occhiata a quest'Italia passata fa toccar con mano quanto si sia stati americanizzati, questo paese ha perso completamente se stesso... Tutto è sempre uguale, tutto è uniformizzato, la creatività è solo una parola, o lo strillare per attrarre attenzione...
A la Recherche de la creativité perdue ---

Ma torniamo a noi...  

“Gli italiani amano il caffè, che chiamano espresso. Lo si fa con una speciale macchinetta di metallo, se ne prende una tazzina cui si aggiunge latte e zucchero a seconda delle abitudini di ciascuno. Una volta l’ho assaggiato, senza metterci né latte né zucchero: volevo gustarne il sapore originale. Dopo averlo bevuto ho cominciato a sudare, tuttavia non mi sono dissetato. Sono rimasto sveglio tutta la notte” (ibid., pp. 27-28).



“Fra tutti i popoli europei, l’italiano è quello che ha le labbra della forma più caratteristica” (ibid., p. 35). 

“I piatti più difficili sono quelli di tutti i giorni” (p. 44).





“Il remo di una gondola in effetti si può considerare una sua ala” (p. 85).

“A Venezia non ci sono segnali per indicare che una calle è cieca. Una volta che l’hai imboccata quando ti trovi davanti un muro non puoi far altro che tornare indietro. E’ inutile arrabbiarsi o cercare di consolarsi. Ogni piccola calle di Venezia ha un suo carattere, misterioso, imprevedibile, ad esempio vi si può trovare uno spledindo portone, o attraverso un cancello si può scorgere uno stupendo cortile. Mi rammarico solo del fatto che alcune di quelle calli non sono più riuscito a ritrovarle. A volte, quando mi capita di ripassarci per caso, ho l’impressione di rivivere un vecchio amore. Bisognerebbe scrivere un saggio per ciascuna delle calli di Venezia” (ibid., p. 81). Direi che è il più bel complimento che abbia mai letto su Venezia, solo un cinese - Cina, paese d’acque – poteva farlo...







“Tornati a Venezia, il cielo era ancora chiaro. Il vaporetto percorreva il Canal Grande fiancheggiato dai suoi splendidi palazzi antichi. Sul ponte di Rialto avevano già acceso i lampioni, che mandavano una luce gialla. Anche il ponte dell’Accademia era illuminato. Le guglie delle chiese in lontananza rilucevano d’oro ai raggi del sole al tramonto. Ho camminato per le lisce calli. Giunto al portone, ho tirato fuori le chiavi e l’ho aperto. Attraverso il corridoio buio, solo la finestra diffondeva un pallido grigio. Ho girato l’interruttore della luce: il tavolo, le sedie, il letto sono emersi d’un tratto. Mi guardavano come per chiedermi dove fossi stato in quei due giorni. Per consolarli mi sono seduto al tavolo ed ho acceso il computer. Lo schermo si è illuminato ed è apparso il diario” (ibid., p. 115).





domenica 26 settembre 2010

“Guardia Sanframondi agosto 2010 - 2”


Qui di seguito altre foto dall’evento dei Battenti dello scorso agosto a Guardia Sanframondi (*)

 I nostri prodi e probi inviati, con sprezzo mirabil della lurida calura,
son colà in Vardia Sanfamondi



La processione dei Battenti sotto un sole battente


Festa, sacro ed effusione di sangue: un rapporto molto,
ma molto antico...


La Processione dei Battenti



Processione figuranti, 1



Processione figuranti, 2
(P.S. Nella prima si vede un inviato che ha colto un altro inviato
nel mentre si dà da fare per fotografare...
Ah, questi inviati!) 


Gesù nel mondo moderno, un perfetto estraneo...
Secondo me questa foto la dice lunga 
sulla questione... 


Un Battente, da solo, incappucciato, piedi scalzi,
cammina lungo un muro screpolato...
Secondo me, questa foto rende l’evento settennale 
più di mille parole...
(**)


(*) Che chiamo anche Vardya San-Fra-I-Mondi. 
Il che mi ricorda il detto di Don Juan a Carlos Castaneda:  “Il crepuscolo, la frattura tra i mondi” - e, in realtà, scopo della “festa” è quello d’inaugurare una sorta di “cesura” tra il mondo della quotidianità e quello degli eventi “mitici”, del “mitico” lato sensu inteso, il mondo d’“illo tempore”, quando’l tempore non fue...

(**) I complimenti al “nostro inviato” che la photo ha scattato...

La parte iniziale della Festa dei Battenti si trva, in questo stesso blog, al link seguente:  http://lacittadelsale.blogspot.com/2010/09/blog-post_14.html 
 

sabato 18 settembre 2010

“Manifesto”

Manifesto

“Qualsiasi tentativo di escludere l’‘irrazionale’ è irrazionale”
(J. Cage, “Silenzio”, Feltrinelli 1971, p. 37)

1. La “Fine del Mondo” è ogni giorno...  Non aspettarla, dunque, perché essa avviene qui-ed-ora - hic et nunc -, essa è OGGI, SEMPRE...
2. Passa dalla Rete alla Tela, il mondo è una Tela...
3. Noi vogliamo tornare a fare oggetti significativi. Fuggi l’assenza di senso o la mera moda, perché non contano...
4. Il mondo dell’arte moderna si è sottomesso al denaro come un cane in adorazione.
L’arte non ha nessun posto vero nella vita, quando invece ne sarebbe dovuta esser la misura ed il senso...
5. Viviamo in un mondo in dissoluzione... Il resto son belle balle...
6. Noi siamo contro la mercificazione senza senso...
7. Bisogna che la distinzione tra arte e vita ritorni al centro... L’arte non è la vita, la vita non è l’arte... Non tuttavia come inutile separazione...
8. Noi vogliamo tornare a fare oggetti significativi. Fuggi l’assenza di senso o la mera moda, perché non contano...
9. Noi (vuoto, lo spazio per ciò che è davvero essenziale) - Vuoto... [ 
  ] .  ]
10. Noi affermiamo che la Ricerca del senso sarà la vera, la grande bomba degli anni a venire... Sono riusciti a costruire un mondo assolutamente senza senso...
11. Non credere che lo spirito sia “lassù” solo, esso è qui-ed-ora - hic et nunc -, e fa’ dunque che il tuo lavoro lo “proietti” nell’esistente in un qualche modo... 



[ Da: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/53/Goju_no_To_%28Five_story_Pagoda%29_Horyuji.jpg ]

venerdì 17 settembre 2010

“La Coda Lunga”

“Il contributo della coda lunga non è ancora numerico, e si limita (...) al web e al commercio on-line su piccola scala. Ma pensate al modo in cui la coda lunga potrebbe influire sul futuro della cultura, dell’informazione e della vita politica. Potrebbe liberarci dai partiti politici dominanti, dal sistema accademico, dai raggruppamenti della stampa, da qualunque cosa sia attualmente nelle mani di un’autorità fossilizzata, arrogante ed egoista [cosa non lo è oggi..., nota mia]. (...) Nel 2006 trovai nella mia cassetta postale il manoscritto di un libro (...) di Scott Page. Page esamina gli effetti della diversità cognitiva sul ‘problem solving’ e dimostra in che modo la varietà dei punti di vista e dei metodi agisca come un motore di perfezionamento. (...) Sovvertendo le grandi strutture ci sbarazziamo anche di quell’unico modo (...) di fare le cose. (...) In breve, la coda lunga è un effetto collaterale dell’Estremistàn che lo rende in qualche modo meno ingiusto: il mondo non diventa meno ingiusto per il piccolo, ma diventa estremamente ingiusto per il grande. Nessuno può imporsi davvero. Il piccolo è molto sovversivo” (Nassìm Nicholas Tàleb, “Il Cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita”, Il Saggiatore 2008, p. 238) 

lunedì 13 settembre 2010

“Interessante il contrasto fra questo paesaggio montano e verde e rosso ruggine della città”

“La città che sale”, di U. Boccioni


Questa è l’immagine scelta per questo blog

“La Città del Sale”


“La Città del Sale”

Questo blog è chiaramente ispirato a La Città del Sole di T. Campanella, tuttavia, poiché  in realtà non è altro che la continuazione di un precedente blog che - per i motivi più diversi e, di certo, indipendenti dalle volontà dei suoi creatori - si è arenato (http://www.lacittadeisapori.blogspot.com/), vale a dire un blog legato ai temi del cibo ed altro, ma partendo dal cibo, ecco dunque nata questa ide adi chiamarlo
“La Città del Sale” e non del sole... 
TCampan